Diario di viaggio.

Mi accomodo al finestrino, sono accanto a Cristina, due parole di cortesia, una breve conoscenza, incredibile ancora prima del decollo mi si chiudono gli occhi.
Cedo al sonno e mentre entro nel dormiveglia sento che l’aereo acquista velocità. Il viaggio è breve, in un’ora circa siamo a Vienna.
Questo viaggio è appena cominciato e mette insieme già troppe coincidenze, tappe importanti del mio passato, Genova e Vienna.

Il secondo aereo da veramente l’impressione di essere capace di portarci in India. Stavolta sono al centro del corridoio accanto alle Sorelle O. Non nascondo la preoccupazione, non ho fatto che voli brevi, chissà come mi prende per tutte queste ore, certo se succede come sull’autobus per le manifestazioni che dopo un po’ sclero e dobbiamo fare la sosta all’autogrill, dove minacciano sempre di lasciarmi, qui è un po’ un casotto… peccato con il finestrino mi sarei distratta un po’.
Mi piace guardare la terra dall’alto, acquista una sua dimensione, intera e parcellizzata in minuscole toppe di vita allo stesso tempo.
E le nuvole? Non sono bellissime viste da vicino?! Nel primo tratto di volo in cui ho potuto guardar fuori abbiamo fatto proprio un tuffo dentro una nuvola, speriamo di uscirne solo alla fine di agosto.
Sulla fine, il viaggio acquista una dimensione interminabile, il libro non entra, Hesse per cortesia! Jarrett in mp3 ha fatto il primo giro, tre parole con le mie vicine, il sonno che non arriva, questo cuscino a ferro di cavallo che non serve a nulla e zampetto un po’ per il corridoio… cibo, sull’aereo ti rimpizzano in continuazione. Volo per l’India cibo vegetariano, perché no?
Quanti bambini su questo volo, una madre indiana da sola con il bambino di pochi mesi è costretta ad affidarlo più di una volta alla bionda hostess austriaca, a cui non pare vero di spupazzarsi quel bambolottone ambrato dagli occhi grandi. Un giovane padre sikh è completamente dedito al piccolo figlio di un anno che scorrazza per i corridoi.