Qualcosa sull’impianto urbano di Jaipur. Un disegno chiaro, per la prima volta leggibile.
Jaipur, la città rossa o “la città di Jai”, è una città recente, fondata dal maharaja appassionato di astronomia nel 1730 circa, seguendo le sue teorie architettoniche estrapolate dai trattati indù. La città è cinta da mura e ci si accede attraverso 10 porte, all’interno si ha la percezione di una città ordinata, scandita tramite ampie strade maestre in grandi isolati quadrati. Al centro gli edifici del Palazzo della Città e lungo gli assi principali ordinate botteghe disposte per merceologie.
Il City Palace, vuoi per forma, vuoi per il colore sembra una grande casa cantoniera. Di interessante c’è il cielo azzurro terso con le nuvole grandi, macchie bianche che scorrono veloce rincorrendo il monsone in altre città. Note di colore, le giare metalliche con cui Jai trasportava l’acqua del Gange, dice che bevesse solo quella... Ma la visita si fa interessante e ci prende un po’ di tempo quando entriamo nella parte delle miniature. Si riesce a leggere diverse scuole o tendenze, quelle bidimensionali quasi naif o quelle con il gusto per lo sfumato soprattutto degli incarnati.
Nel pomeriggio shopping convulso, lo dicevo io che già dalla mattina c’era qualcosa che non andava, poi sfoga… toglietemi la carta di credito! Onice verde e sari verde e oro, ovviamente tagliato ad abito, chi potrebbe ricordarsi tutti quei drappeggi! Non mi sono mai fatta fare un abito su misura ma sembra che qui debba sperimentare tutto!
Luogo very very hindù per il pranzo merenda, tanto che qualche battuta di troppo ha rischiato di farci passare direttamente alla merenda cena. Sono contenta di aver scattato le foto alla cucina solo dopo aver ingerito le gustose pietanze.
La luce al tramonto si è fatta interessante. Più dei carichi di merce riversati in strada dai negozi, la carreggiata era interessante per la folla, i volti e i mezzi di trasporto agitati che animavano la sera. Il ritorno in motorishaw è stato interessante, foto di uomini stanchi, giovani donne sorridenti, bambini liberi.
0 Comments