Ieri ho avuto un po' di tempo per leggere più di un articolo di giornale sulla cosiddetta "Caccia ai cristiani in Orissa" dei giorni passati.
Premetto che non conosco molto bene la situazione e mi rifaccio esclusivamente a quello che ho letto.
Un unico articolo, sui tre che ho letto, fa riferimento ad un fatto molto importante.
L'Orissa, non è solo la regione dell'India dove vivono ancora molte popolozioni tribali, è anche una regione molto ricca di materie prime, ricchissima, aperta recentemente alla forte industrializzazione straniera.
Interessi economici enormi alla base dei conflitti di religione.
I tribali e i meno abbienti delle basse caste hindu, tra i più disposti verso la conversione al cattolicesimo, occupano terre predestinate all'Industria dalla politica di Delhi.

Un modo per liberarle velocemente le terre è acuire i conflitti che esistono tra i diversi credi.
Da qui, anche il leggere dubbio che la scarsa difesa messa in atto dal governo tramite l'esercito non sia un caso...

Si parla troppo spesso di intolleranza, senza dare valore invece a quella millenaria tolleranza che permette in India la convivenza dei diversi credi da molti secoli.

Ho avuto piacere infatti che l'altro articolo letto incentrasse la notizia sull'ultima vittima, un hindu dell'ultima casta degli intoccabili, morto ricordando agli assalitori che un vero hindu non uccide nemmeno gli animali. Da lì , l'articolo posava l'attenzione sulle molte famiglie hindu che hanno dato rifugio ai cattolici dall'ira degli assalitori, nascondendoli, mettendosi a rischio anche la loro vita.
Non c'è solo odio.
Guardiamo anche questo per favore insieme all'orrore dei morti. Non abbocchiamo a questo modo subdolo di porre le notizie che non vuole far altro che disseminare il seme della discordia.