Diario di viaggio.

jaisalmer
FOTO SONIA SQUILLONI

9 agosto 2006.


Colazione e via verso la città. Jaisalmer, la città gialla, ocra tufo.
Il pulmino ci lascia ai piedi di un alta muraglia di grossi tagli di tufo giallo. Sotto negozietti e mucche a spasso. Troviamo la guida che ci aspetta, un robusto ragazzo brahamana, Lalit.

Saliamo alla città, stavolta si riconoscono piazze e vicoli. Anche qui la formella del sati. Jaisalmenr è stato una sorta di caravanserraglio lungo la via della seta, ha sempre vissuto di commercio. Sarebbe da girare con il portafoglio in mano se non ti estenuassero con trattative logoranti. Copriletti con specchietti, abbigliamento taglio occidentale, album per le foto, sciarpe. Entriamo a vedere un tempio jaina e poi saliamo al punto panoramico. Dall’alto si leggono le mura perimetrali basse che raccolgono la città fuori dalla fortezza. Lalit ci spiega che dentro il forte/castello non c’è proprietà privata, non si paga affitto ma solo le forniture, chi le ha, ovviamente. Scendiamo alla città bassa per visitare le havelli, case da mercante dove la pietra decora come merletti le facciate. Il caldo è fortissimo, penso di non aver mai sudato tanto in vita mia, ma procediamo serrati nei nostri ritmi. Sosta di shopping convulsivo, copriletti e pasmine fioccano come neve. Ripartiamo e la città bassa è davvero sconvolgente per l’assetto fognario. Dalle case escono canaline scavate nella pietra, che a cielo aperto scaricano sulla stretta via, spesso ma non sempre dotata di scolo laterale. Una mezz'oretta liberi per la città e ancora shopping. Al rientro all’autobus, nell’attesa dei ritardatari ho un incontro ravvicinato con una giovane mucca, che mira diritta diritta la mia pancia! Mi sposto appena a tempo per assaggiare le sue piccole corna sull’avambraccio! E li chiamano animali pacifici!