13 agosto 2006.
Di dormine non è aria.
La partenza è fissata molto presto, troppo.
Sveglia alle 6, colazione 7, partenza alle 7,30… prevista almeno.
Attendiamo l’autobus che ci condurrà a Mathura, città natale di Krishna. Attendiamo, appunto per più di due ore, ma il nostro vecchio pulman non arriva.
Non conosco i nomi dell’autista e del ragazzo che lo accompagna, il tipo che guida, magrino e composto sembra il presidente dell’Iran, con la sua veste/divisa verde militare. Il ragazzo in jeans e maglietta sorride sempre e tiene lo sguardo a terra. Sembrano brave persone, ci hanno accompagnato per la maggior parte del tragitto, ci hanno lasciato solo per questi due giorni che è arrivato in soccorso delle “Signore” il pulmino con l’aria condizionata.
Dormono sull’autobus, lo tengono pulito e visto le condizioni un po’ vetuste non è semplice, la mattina accendono un incenso e cambiano aria… fatto è che non sono qui.
Sono le 7.30, noi siamo pronti e l’autobus, uno qualunque, quello vecchio, quello nuovo, non c’é.
Ci mettiamo a cerchio con le sedie e ci sorbiamo con il cervello quasi sveglio una lezioncina, bhe quasi, non ricordo di cosa… quando alle 10, non abbiamo ancora un mezzo di locomozione.
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