15 agosto. Ferragosto.
Anche in India é festa a Ferragosto. Certo, un indiano non pensa ai gavettoni sulla spiaggia - o forse si? “nin sò”! - sicuramente non pensa all’Assunta, né al Palio di Siena.
Per un indiano, il 15 agosto è il giorno particolare, il giorno dell’Indipendenza e ricorda quel momento del 1947 in cui venne ufficialmente proclamata la “spartizione”.
Per quel poco che ho potuto avvertire è un giorno diverso dal nostro 25 aprile, ha una forza maggiore. È così lontana la storia del novecento indiano da quello italiano… il dominio coloniale, la prima guerra mondiale a fianco degli inglesi, poi Gandhi e il movimento di non collaborazione, Nehru che lo affianca, la marcia del sale, gli scontri tra indù e mussulmani, il Pakistan e gli esodi. Dopo Nehru, poi Indira, il Tempio d’oro e l’assassinio, poi Rajiv e di nuovo sangue, adesso Sonia. Sonia.
Dalla finestra della stanza del mio albergo si possono vedere diverse celebrazioni, da un lato quella nel cortile di una scuola, dall’altro nel cortile di una caserma. Quant’è inglese tutta questa “liturgia” di liberazione, l’ammaina bandiera, il saluto… un po’ Buckingham Palace…
Quant’è tanta e quant’è varia quest’Incredibile India!?
Ieri sera abbiamo toccato l’eleganza e il lusso, e quella certa voglia di darsi un certo tono di chi ricco non lo è sempre stato. Darren – l’agente di riferimento del nostro Taddei – con famiglia allargata a seguito (Moglie, sorella e cognato) ci ha portato a cena all’Hilton. Stamani assaggiamo la forza patriottismo indiano. Per fortuna che in corpo c’è buio come si dice in Toscana, tante cose ed infiniti sapori! E per fortuna che non siamo stati avvelenati da quel beverone chimico che spacciano come vino indiano!
• Agra
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