Ho adorato la contestualizzazione storica in un momento ben preciso di questo romanzo. Mi annoia leggere i saggi e i romanzi dai quali riesco capire l'evoluzione degli eventi mi piacciono molto.
Qui il momento storico è quello degli anni 70. Quando l'attuale Bangladesh dichiara l'indipendenza dal Pakistan. Scatta la repressione e onde di profughi si riversano in India. La cosa viene contenuta per quanto possibile, la tassa per i rifugiati ritorna molto spesso nella trama del romanzo. Poi l'attacco dell'India al Pakistan e l'autore ci tiene a sottolineare l'amore del popolo indiano per la propria patria, che non batte ciglio nel doversi accollare altri costi. Tutto questo in contrapposizione con la corruzione dilagante del governo e della Signora MADRE INDIRA.
Questo è il contesto in cui si muove Gustad Noble, il protagonista. Devo dire che all'inizio mi è rimasto antipatico. Lì sempre a perdersi nei suoi ricordi, negli agi passati, a piangersi addosso per non essere più ricco e possidente. Poi gli eventi, le delusioni, le meschinerie. Il suo essere uomo tra gli uomini, religioso ma facile preda di chi promette il miracolo, amico fraterno ma sempre con qualche dubbio, uomo corretto ma non con suo figlio... insomma uno di noi..
È un romanzo lungo, con qualche nota che si perde nelle pratiche religiose parsi, ma dal linguaggio agile e delicato, un soffio caldo e leggero.
1 Comments
Ma lo si inizia a conoscere, giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, come un vicino di casa, come un collega d'ufficio. E alla fine diventa una presenza reale e costante, a cui ci si affeziona, che rende tutta la storia credibile, quotidiana e intensa.