More about I romantici

Avevo già letto "Pollo al burro a Ludhiana. Viaggio nell'India delle piccole città" di Pankaj e mi era piaciuto. Vuoi perché è stata in assoluto tra le prime cose "indiane" lette, vuoi per quel tono concreto e quasi giornalistico con cui descrive anche le comuni cose della vita - dal sapone camay ambito oggetto di desiderio ad altri dettagli - e mi aveva fatto sorridere di gusto.
Questo "I romantici" lo avevo sentito rammentare tra queste pagine come lettura piacevole e interessante, quindi quando l'ho trovato tra gli scaffali del libraccio mi sono detta "finalmente!".
Ho iniziato la lettura con un alta aspettativa...
Ora, dopo i primi capitoli letti in un fiato, mi trovo un po' sospesa e poco attratta dal portalo in fondo.
Mi è piaciuto molto lo sguardo "puro" del protagonista - autodidatta nozionista per vocazione che si trova davanti per caso il sentimento, la passione - e mi è piaciuta anche la scelta del contesto universitario, l'occhio schietto sulle lotte studentesche fomentate dal nazionalismo e dalla salvaguardia delle minoranze che altro non fanno che amplificare la suddivisione in ceti e ex-caste. Asciutto e veritiero - almeno così da la sensazione di essere - anche lo sguardo sui turisti occidentali, sulla loro ricerca esistenziale e religiosa incrinata spesso alle prime difficoltà.

Ecco, ora che le carte del romanzo sono tutte in tavola (almeno credo), il romanzo sembra non prendere la rincorsa per il suo epilogo. Questo ritmo pacato che lo contraddistingue, dettato dalla ponderata educazione braminica del protagonista sembra non condurre lontano dal suo epicentro.

Sarà io troppo condizionata dai frenetici ritmi del nostro occidente?

Gia una volta in effetti mi è successo una cosa del genere..