Diario di viaggio.

(6 agosto 2006)

Dal giardini di Sahelio ki Bari, siamo ripartiti per la seconda meta.
La strada pullula di vita, banchi di frutta lungo la strada, spesso stuoie in terra con pile ben montate di frutta lucida e colorata. Ho individuato delle sfere verdi acceso che non conosco, sembrano essere degli agrumi tipo enormi mandarini verdi. Chiedo. Sembra siano mango, ma non quello dolce, quello aspro. Vedremo.

Seconda tappa della giornata è il tempio induista di Eklingij, poco fuori la città.
La strada per arrivarci non è stata una passeggiata, ho addirittura visto un autobus gremito di gente - penso di linea - ribaltato lungo la strada. Lo dico io che guidano da pazzi! Mi sono guardata bene dal farlo vedere agl’altri. Mi sono sistemata in fondo all’autobus, come i discoli delle gite scolastiche. Perché qui in fondo, se c’è posto, una sana dormita nel momento del bisogno non me la leva nessuno. Mica mi hanno soprannominato la “dorminente” a caso lo scorso anno in Turchia!

Ma torniamo al tempio. Si varca un architrave in pietra piantonato da una guardia e si perde la dimensione della strada e del grigio paese che rimane fuori.
Dentro vive un cortile in pietra chiara pulsante di colori.
Si sviluppa un percorso arginato da fiori, da donne e ghirlande, da petali e colori.
Una gioia per gli occhi… e poi c'è una ragazza, la morettina, che sa di essere bella e amplifica con il suo sguardo consapevole la bellezza del quadro.
Scatto e riscatto, o almeno farei se avesse la macchina fotografica che non hanno fatto entrare.

Il tempio è grande, ha il gusto di villaggio, un villaggio di preghiera e ritiro.
È costituito da una decina di piccoli tempi e l’edificio principale consacrato a Shiva.

[ notizie storico architettoniche: Eklingji è situato a circa dodici miglia a nord di Udaipur nel Rajasthan. Qui si trova il tempio di Shiva divinità custode di Mewar.

La struttura esistente, è costruito uno dei ruderi di una struttura precedentemente distrutto e che risale al 15 ° secolo dC. L'architettura assomiglia a quella dei templi Jain di Gujarat Shiva è adorato come sotto forma di statua di marmo nero con quattro fronti, che rappresentano le quattro facce Bhrama fronte ovest, Vishnu fronte del Nord, del Sud e Maheshwar fronte Surya (sole) di fronte est. Il piano superiore del composito idolo è coperto con un Yantra, un mistico simbolico disegno, in piedi per la realtà ultima.

Questo tempio è detto di essere stata fondata da Acharya Viswaroopa un contemporaneo di Adi Sankaracharya ed è collegata con la matematica Sharada a Dwaraka nuovamente fondata da Adi Sankaracharya.

Il tempio occupa una superficie di circa 2500 piedi e di circa 65 metri di altezza, è fortificato con muro di cinta. L'ingresso principale al tempio sul lato occidentale accoglie i visitatori in una grande sala di riposo profusamente su pilastri scolpiti. In questa sala, è un argento immagine di Nandi, il toro veicolo di Shiva. Ci sono altri due Nandi nel tempio, uno nero, fatta di pietra e l'altra di ottone.

Altre divinità ospitata nel tempio complesso comprendono Parvati, Ganesh, Ganga, Kartikeya, Yamuna e Saraswathi. TCi sono anche piccoli templi dedicati a Ambamata, Kalka Mata e Ganesh nel tempio complesso. Vi è un altro tempio chiamato Nathon Ka Mandir nel tempio complesso con iscrizioni risalenti al 10 ° secolo dC.

Ci sono due serbatoi situato sul lato settentrionale del tempio - Karz Kund e Tulsi Kund- dai quali è attina l'acqua per i servizi tempio.

da falconcabsindia.com]

Entriamo, giriamo attorno alla sala circolare voltata, passiamo davanti alla cella contenente uno Shiva nero dal quadruplice volto, lasciamo l’offerta, benedizione, qualche minuto a sedere al centro. Lì accanto una persona sta pestando qualcosa con un mortaio qualcosa.

- "Cos'è?"
-"La bevanda più sublime, per la divinità più alta: succo di mariuana!"
Ah però! Usciamo, facciamo il giro 108 cellette/cappelle. Dentro ogni cappella, un lingam e uno yoni, simbolo fallico e del femminile, dal quale tutto nasce.

Mi piace questa religione alla fine riconduce tutto ad una sorta di amore: “amor che muove il sole e le altre stelle”.