Diario di viaggio.

FOTO SONIA SQUILLONI

Rifocillati da un po’ di riposo partiamo verso le cibarie. Ristorante appena fuori città.
Fuori città. Ora riflettiamo sul concetto di città indiana, rajastana. È difficile percepire l’assetto urbano. Si acquisisce che dove l’autobus passa agevolmente è la parte più “periferica” della città, quando l’autobus non passa, le mucche intasano i viuzzi stretti, i “tuc tuc” (intendersi quei veicoli simili alle ape piaggio che vengono gettati a tutta velocità per strada e adottati come taxi, omologati per 1 occidentale e 10 indiani) e le moto affogano di clacson l’etere, ecco quella potrebbe essere una zona centrale. Poi nessuna piazza, nessuna presenza architettonica che faccia percepire la città con riferimenti occidentali.

Ristorante, due tavoli, pietanze selezionate dal nostro Tour-Leader, un po’ misurate ma volontariamente per stare leggeri. Io assaggio tutto, strano vero? Curry di verdure, pollo in salsa rosata mediamente piccante, scopro che si chiama masala, una roba verde con gli spinaci che ricordo di aver mangiato già anche a Firenze ma la scoperta più entusiasmante, per me golosa di yogurt è il LASSI. Una sorta di aryan turco, yogurt leggero, liquido, dolce. D E L I Z I O S O ! anche il masala tea non ma, è quel beverone grigio sporco che il piccolo di Salaam Bombay scorrazza in su e giù in tutto il film. Ma la mia preferenza va al lassi, speriamo bene.

Cicchino sulla porta:
-"...e ma che vuole quello? che ce l’ha con me?"
Davanti a me due bambini si lavano ad una fontana pubblica. Ma non ha mai visto una che fuma? Accendo l’hd, avvio le ram. No forse no.. non ha mai visto una donna occidentale sola fuori da un ristorante che fuma. Forse no. Metto in moto i neuroni e penso: forse le donne in India non fumano. Bingo!