Diario di viaggio.

FOTO SONIA SQUILLONI

Al rientro in albergo, dall' autobus il mio occhio perlustra la strada, una scena rimarrĂ  indelebile: una giovane ragazza spastica, all’angolo della strada, seduta in terra, rideva e ci salutava mentre un bambino le acconcia i capelli.
Guardo la mia compagna di viaggio, ha un handicap simile (pardon non conosco i nomi specifici!) ma è qui con noi, sola in visita ad un paese straniero. Quante differenze, non solo lo sporco e gli stracci, ma possibilitĂ . Per noi, "normali", differenze di possibilitĂ  hanno un peso, per i disabile ne hanno molto di piĂ¹.

La serata non è conclusa.
Prendiamo subito il ritmo di come il Capitano ha impostato questo viaggio, frenetico e ingordo, un ritmo che adoro!
Veloce doccia e passeggiata a piedi per le viuzze della cittĂ , per giungere in una vecchia Havelli dove si tengono danze indiane e dove ceneremo.

Lungo il percorso, aguzzo lo sguardo dentro le case e cosa ti vedo?! Una vecchia macchina da stampa tedesca a manovella?!
- "Ehi! Gruppo! Fermateviiiii!"
Niente da fare…

Sorriso alla gente e loro ricambiano, apprezzano la mia maglietta con Ganesh. Chiedo alla guida, Vikram, se è conveniente sorride alla gente, non si sa mai...
Mi risponde sorpreso che sorridere è sempre un gesto cortese. Ah meno male… almeno qui!
Le danze incantevoli, ma non gli ho reso giustizia, le poche ore di sonno in aereo cominciavano a non essere sufficienti a tenermi desta. L’ultima danzatrice ha montato una pila incredibile di brocche sulla testa e s’è messa a danzare scalza freneticamente sui vetri.

Chandra, la luna, ci guarda e illumina la cena, chiudendo ad arte la prima, splendida, intensa giornata della mia vacanza indiana.
Terrazza e lume di candela sul lago, saette da monsone in lontananza.
Vikram dall’altra parte del tavolo ci illustra le usanze locali, in particolare di come si sceglie, anzi di come TI scelgono il compagno o la compagna per la vita. Ancora oggi sono in usanza i matrimoni combinati, anzi sembra che sia disdicevole e poco conveniente sposarsi per amore. Ci si basa sull’oroscopo, sulla casta e gli interessi economici. Contenti loro. Il monsone arriva prima della fine della cena e ci costringe a scendere nella sala bassa, piacevole allo stesso tempo.

Per il ritorno abbiamo ancora un’ultima cartuccia: il “tuc tuc”. Le apicar piaggio adattate a rickshaw. Guidano come pazzi, risparmiano la batteria non accendendo i fari e i tratti da fare in folle ovvio… perchĂ© adoperare il motore. Hanno un senso del “fare il pelo” e della frenata all’ultimo momento che non è raccontabile. Insomma ho visto anche i peli del naso di una mucca bruna che ormeggiava le sue ossa una curva prima del mio albergo. Anche troppo intimo per il primo giorno.