Diario di viaggio.


Rikshaw India-2.jpg, inserito originariamente da Claudio Uribe.

Cosa ne segue tutto lo splendore del Taj Mahal e la sua moschea?
Di preciso non saprei…
Un piacere comunque.

Pranziamo con le gambine sotto il tavolo, giungiamo all’orgasmo rimpizzandoci la pancia e non solo il cuore. Mai perdere il nostro sano e occidentale materialismo.
Abbiamo il pomeriggio libero, almeno nella sua parte tarda, perché ci alziamo da tavola che sono già le 16. Qualcuno approfitta dei servizi dell’albergo, massaggi e piscina, noi tre donne temerarie ci concediamo ad un moto rikshaw, che ci porta per negozi, quelli dove vuole lui ovviamente.
Devo dire che un po’ me la sono fatta sotto, metaforicamente sta’ volta. Passare dal nucleo urbano affollato e comunque rassicurante, alla periferia abbandonata e scarsamente frequentata è un baleno. Avevo già visto i titoli del The Times of India: “ritrovate turiste sgozzate e derubate in strada periferica di Agra”.
Torniamo in albergo sane e salve, portando con noi molto poco, se non una ri-dimensione dell’incoscienza naturale che viene a di chi è innamorato di tutto.